La mostra “Heroes Bowie by Sukita” è una retrospettiva dedicata al quarantennale rapporto professionale e personale tra David Bowie e il maestro della fotografia giapponese Masayoshi Sukita, probabilmente il più importante fotografo col quale David Bowie abbia mai lavorato.

La mostra si compone di oltre 100 fotografie e ripercorre il sodalizio tra la leggenda del pop e uno dei maestri della fotografia di rock. Il rapporto di collaborazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex e, sebbene ignaro di chi fosse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal manifesto che lo promuoveva e raffigurava Bowie con una gamba alzata, su sfondo nero.
Sukita riesce ad incontrare Bowie grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, pioniera di questo mestiere in Giappone nonché mente dietro alle prime sfilate di londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust. Bowie rimane folgorato dallo stile di Sukita e tra i due nasce una relazione professionale e umana che sarebbe durata fino alla scomparsa di Bowie.

Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo per la promozione dell’album “The Idiot” di Iggy Pop, che aveva prodotto. Sukita segue i due per la conferenza stampa promozionale e i concerti ma durante un day off chiede a Bowie e Iggy Pop di posare per lui in una breve sessione fotografica. In appena due ore Sukita scatta 6 rullini e realizza anche la fotografia, successivamente divenuta la celebre copertina dell’album “HEROES”, una degli scatti più iconici nella storia della cultura popolare.
Nel corso degli anni, Bowie e Sukita lavorano assieme in quasi tutte le occasioni in cui il primo si trovava in Giappone o in cui il fotografo si trova negli Stati Uniti, ma ai servizi posati in studio seguono presto sessioni fotografiche più intime e personali, come ad esempio quella realizzata a Kyoto nel 1980, in quelle che erano giornate di pura vacanza. Il rapporto privato che si era instaurato tra i due ha infatti permesso la nascita di alcuni delle immagini più famose dell’artista britannico.