“Casati, Tamara, Frida, Callas: le icone di Vanna Vinci” è una mostra personale della fumettista, autrice ed illustratrice Vanna Vinci, che ripercorre le biografie di Frida Kahlo, Tamara de Lempicka, la Marchesa Luisa Casati e Maria Callas. Vanna Vinci accosta alla sua famosa ed irriverente “Bambina Filosofica” attente riletture di artiste, e prima di tutto donne, che hanno cambiato la storia del XX secolo: da “La Casati. La Musa egoista” (2013, Rizzoli) a “Tamara de Lempicka. Icona dell’art déco” (2015, Il Sole 24 Ore) passando per “Frida Kahlo. Operetta amorale a fumetti” (2016, Il Sole 24 Ore), fino al recentissimo “Io sono Maria Callas” (2018, Feltrinelli), Vinci affronta il tema del femminile attraverso lo strumento della biografia, mettendo in luce gli aspetti più profondi delle vite di artiste amate ma, al contempo, spesso conosciute in modo solo frammentario, restituendo e ricostruendo la donna dietro l’icona.

La mostra illustra, attraverso le tavole originali e i disegni preparatori, il percorso creativo di Vanna Vinci, fatto di identificazioni e sovrapposizioni intertestuali e di un linguaggio ricco di riferimenti; accanto a questi materiali trova infatti spazio anche l’apparato bibliografico utilizzato, a documentare come la sua lettura sia profonda ed attenta. Ci muoviamo così tra le feste veneziane della Marchesa, fatte di piume ed animali esotici, e quelle parigine e newyorkesi di Tamara, ancora più eccentriche e allucinate, sino alla stanza da letto di Frida, in cui sono gli spettri della sua mente a condurre le danze, e i palchi della Callas, dove gli spettri diventano spiriti di un passato classico e lontano.

Tratti in comune tra le quattro artiste ritratte da Vinci sono la geografia, un rapporto libero con la sessualità, uno molto più complesso con la depressione ed i demoni personali, ma soprattutto il lavoro sul sé e sul proprio corpo, aspetto che Vinci non manca di tradurre in modo quanto mai attuale. Vanna Vinci è in grado di far emergere da queste biografie la capacità non solo di creare arte ma di fare della propria vita un’ opera arte.