“Glad to be Glam: fotografie di Michael Putland” è una retrospettiva che celebra alcune delle più importati icone del glam attraverso le fotografie di Michael Putland. Gli scatti includono artisti come David Bowie, Marc Bolan, Elton John e i Queen – tipiche icone del glam – fino ai Kiss, George Michael e ai Duran Duran, che hanno portato avanti una rivoluzione di strass, piume e paillettes nel decennio di maggior crisi economica e grigiore nell’Inghilterra del dopo guerra. Dopo gli anni del boom economico e della Swinging London, la società britannica entra in una profonda crisi, i così detti anni di piombo; la cultura popolare risponde alla contrazione dei consumi, alle contestazioni e alla recessione con un singolare fenomeno, che verrà chiamato “glam”.

Se già dal nome, un’abbreviazione di galmour, il riferimento al lato estetico è evidente, è altrettanto difficile circoscrivere il glam nel perimetro della semplice musica, dal momento che è riuscito a influenzare artisti molto diversi anche nel vestiario. Il  comune denominatore erano il colore, l’eccesso, la spettacolarizzazione della performance, e un’immancabile trucco vistoso a base di brillantini.

Alcuni dei protagonisti di questa scena musicale non hanno superato l’esame del tempo, ma chi lo ha fatto ha ancora una grande influenza nel mondo della musica: Elton John, Freddie Mercury e i Queen, Bryan Eno e i Roxy Music, Marc Bolan e, ovviamente, David Bowie. Da questo elenco è evidente come all’interno dello stesso genere si alternassero intenti più leggeri e giocosi ad istanze musicalmente più sperimentali. Entrambi però hanno contribuito ad una generale liberazione dei costumi sessuali, ad un ribaltamento delle normali definizioni di genere che ha avuto grossa eco anche sulle persone comuni, scendendo dal palco e segnando anche un passo importante per i diritti LGBT+, motivo per cui il probabilmente il glam fu un genere di maggior successo in Inghilterra rispetto che nei più puritani Stati Uniti. Nelle foto di Putland si alternano momenti da palco con istanti di quotidianità, in tour, nei backstage o in casa, per mostrare dall’interno un movimento tanto cangiante quanto influente nel mondo della musica.